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Tutte le opere

  • Uno splendido affresco della Sicilia del ‘600, magistralmente “dipinto” da Domenico Cacopardo, che narra le vicende di Maddalena Abella, donna di grande carattere, sullo sfondo di una storia di miseria, di fatica e di dolore. Un romanzo storico che restituisce colori, profumi e sapori di una terra amata e posseduta dall’autore, dove fa la sua non casuale apparizione anche Il Cravaggio, autore del dipinto  “L’adolescenza sei pastori “ della chiesa di Santa Maria della Concezione di Massina, in cui, l’invenzione letteraria vuole che Maddalena, la protagonista, abbia prestato il volto della Madonna.
  • Concetto Granaleo, detto Tino, è nato nel 1940 nell’ospedale di Termini Imerese. Nel 1942, dopo la morte improvvisa della madre, è stato affidato all’unica sorella del padre, Antonia, nubile, residente a Letojanni. Pochi mesi dopo lo sbarco degli Alleati e il successivo armistizio del 1943, il padre di Concetto, Giorgio Granaleo, si è allontanato dalla Sicilia senza lasciare tracce. La misteriosa scomparsa ha costretto il ragazzo a crescere senza genitori, consolato dal solo affetto della zia. È proprio l’inspiegabile e brusco assassinio di quest’ultima, nel 1962, a spingere Tino a indagare finalmente sulla sua famiglia e sui segreti che la avvolgono. Le ricerche, cui partecipa anche la moglie, lo portano inevitabilmente a scavare nel proprio passato, rievocando anche ricordi felici e lontane memorie che restituiscono il sapore di una Sicilia d’altri tempi. Alla fine, il mistero viene alla luce, svelando un intreccio di interessi, sgarbi e compromissioni: una verità sconvolgente e difficile da metabolizzare, che affonda le proprie radici in quanto avvenne in quel lontano 1943. Attraverso la voce appassionata di Tino, Domenico Cacopardo racconta la trascinante storia di una famiglia borghese siciliana, con gli affetti e gli odi, le ipocrisie e le menzogne, le complicità e le dissociazioni tipiche di un humus al tempo stesso buio e solare com’era (ed è) il contesto siciliano.
  • “La menzogna è la professione più praticata, ma è difficile, impossibile da onorare sempre e ovunque”
    Sadismo e masochismo segnano i rapporti tra Gloria Laguidara e Sebastiano Bellopede, detto Jano: una relazione tormentata, nella quale la sottomissione di lui si prolungherà sino alla fine. Una vicenda che si apre con l’incontro tra la fascinosa diciottenne Gloria e il ventiduenne Jano per le vie e le spiagge del loro paesino, Letojanni, in provincia di Messina. Da lì, i due si trasferiscono a Roma, lui avvocato e lei studentessa di legge. Il loro destino, che contempla il matrimonio, non prevede però una comune attività professionale: sotto la protezione del compaesano Michelangelo Curtà, alto magistrato, Gloria abbraccia la carriera di impiegata per poi diventare dirigente statale, mentre Sebastiano continua a crescere professionalmente, sino al giorno in cui la compagna lo abbandona per trasferirsi a Milano. Ritiratosi al paesello, Jano osserva, da lontano, l’evolversi della vita della moglie, in attesa di qualcosa che, fatalmente, avverrà: un evento tragico che toglierà il velo alle menzogne e ci consegnerà un’ultima sorpresa, caricando sulle spalle di Sebastiano il peso degli amori, dei tradimenti e dei soprusi di un’intera esistenza.
  • Chiamato a occuparsi del presunto suicidio di Giusto Giarmana, Italo Agrò esplora e analizza le incongruenze dell’evento, decidendosi infine a riaprire le indagini. A richiedere un nuovo intervento da parte dell’autorità giudiziaria è stata l’avvocata Olga Semmelweis Zalanji, femme fatale nonché amante di Giarmana, l’ingegnere responsabile di un avveniristico progetto per la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità da Trieste a Budapest. Di svolta in svolta, la pista investigativa porta il sostituto procuratore – animato dal solito presupposto secondo il quale «è la vittima a condurre all’assassino» – a scoperchiare uno scrigno di segreti e macchinazioni che ruotano intorno alla realizzazione dell’opera. Con l’aiuto del commissario Lanfranco Scuto e di Adamantino Armillato, caposquadra della Scientifica, ma anche grazie alle carte e ai diari lasciati dal defunto ingegnere – dove le memorie private si mescolano a congetture e svelamenti legati al suo lavoro –, Agrò muoverà i propri passi in una realtà nella quale si mescolano affari, sentimenti, complicità, omertà, potere politico e imprenditoriale. Nel suo tentativo di gettar luce sulle reali ragioni che hanno portato alla morte di Giusto Giarmana, esercitando il suo famoso “metodo”, Agrò riuscirà a far emergere ragioni e torti, ma soprattutto le responsabilità, tanto penali quanto morali.
  • «Cari dottori», 5 capitoli (Il terremoto Corona – Virus, Brevemente, Anestetici, bisturi, empatie, Un passo indietro, Empatia) per raccontare, tramite articoli della Gazzetta di Parma, alcune cronache della pandemia, l’impostazione del racconto (Brevemente), la storia chirurgica dell'autore (Anestetici, bisturi, empatie), la nascita della specialità di chirurgia toracica nell’Università di Parma e nel suo ospedale (Un passo indietro) e, infine, un percorso intorno all’empatia. Una esplorazione sul rapporto sanitari ammalato, sulle ragioni che hanno determinato la nascita della specialità (chirurgia toracica) a Parma e tanti anni fa, e sulle varie qualità-qualificazioni dell’empatia.
  • L'autore immagina che una giovane siciliana, tal Maddalena Afella, abbia prestato il volto alla Madonna raffigurata dal Caravaggio nell'Adorazione dei pastori conservata a Messina. Sullo sfondo, una storia di miseria, di fatica e di dolore, la giovane si riscatta dal mestiere di buttana cui è destinata per diventare, infine, padrona.
  • Pancrazio Lotale, generale dei paracadutisti da tempo in pensione, leggendo la Gazzetta del Sud, apprende che il maturo amante della figlia Dominique (25 anni di differenza) è deceduto dopo una lunga malattia. Purtroppo, quasi subito Dominique scompare mentre prendono sostanza i sospetti sul suo ruolo nella morte del compagno. La storia, quindi, si focalizza su quella che appare agli occhi di tutti una fuga. A Roma, intanto, in Piazza della Pigna viene ritrovato un cadavere orrendamente mutilato e privo della testa. L’aspetto grave ai fini della storia è che l’appartamento nel quale è stata scoperta la vittima è di proprietà di Dominique Lotale ed è stato comprato con i soldi datile dall’amante. Per questa ragione, su suggerimento dell’avv. Grosto, di Messina, che sta assistendo il generale e la moglie Alfreda, da cui è diviso, i coniugi si rivolgono all’ex-procuratore della Repubblica Italo Agrò, divenuto con sua moglie Marta Aletei, titolare di un importante studio legale di Roma. Emerge presto, però, che Dominique ha lasciato Messina ed è scappata a Roma con la sua amica Simona, ma anche a Roma non si hanno notizie di lei. Il timore che il cadavere di Piazza della Pigna sia quello della giovane Lotale viene fugato dal confronto dei dna suo e dei genitori. Resta il fatto che lei è scomparsa. Si dissolve anche il sospetto di un coinvolgimento della ragazza nel decesso del compagno. Mentre la moglie separata del generale (e madre di Dominique), lui stesso e la sua compagna Giuditta sono a Roma per seguire lo sviluppo delle indagini, scompare anche Alfreda (che è la moglie). Tuttavia, nella stessa giornata, si scopre che è stata la giovane (ignara di tutto ciò che è accaduto) a chiamare all’alba la madre invitandola a raggiungere Alfedena, dove lei si è rifugiata in un bar, per tornare con lei nella capitale. E si scopre che si è trattato di un rapimento vero e proprio con sequestro di Dominique e di Simona nella comunità Thelema aperta nei dintorni in un convento abbandonato. Autore Gaudio Ortiz Lopez, un maniaco sessuale sanguinario di origine messicana rifugiatosi in Italia. Gaudio Ortiz Lopez viene arrestato, accusa un malore e riesce a fuggire dall’ospedale. Tuttavia, durante il tragitto, coinvolto in un incidente forse ‘voluto’ firse casuale perde la vita. Nel frattempo, matura lo scontro tra Lotale e altri suoi colleghi che hanno costituito una società di sicurezza e la Banca Ionica, chiaramente riportabile ad ambienti criminali. Mentre Dominique torna alla sua turbolenta vita, Lotale si avventura in uno scontro con il delinquente che controlla gli amministratori della Banca. Nulla però succede: il progettato duello genere Ok-Corral non accade. Il generale Lotale, mentre si accinge ad affrontare l’uomo viene fermato proprio dal suo braccio destro e arrestato dai Carabinieri. Riconosciuto come uno squilibrato è ricoverato in un manicomio siciliano, dove scrive la sua vicenda (quella del romanzo). Particolare è il racconto di due incontri, uno all’inizio della storia e l’altro alla fine, tra l’autore, Agrò e il generale. Con essi il romanzo diventa una sorta di pirandelliano “Così è se vi pare”.

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